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giovedì 15 novembre 2012

Porsche 911 Carrera S: prova su strada

Chissà se quel genio di Ferdinand Porsche, nel lontanissimo 1963, quando vide la luce la prima, mitica, novecentoundici, avrebbe mai immaginato che a distanza di 49 anni la sua creatura potesse ancora essere la sportiva più amata al mondo. Che poi, a volerla dire tutta, lei, la Porsche per eccellenza, nel corso degli anni, non è mica cambiata tanto da come l’aveva pensata e voluta. Non è cambiata molto nella linea, rimasta sostanzialmente sempre fedele a se stessa, e neanche nella meccanica, con quel motore posteriore a sbalzo, che molti pensavano essere un’idea un po’ bizzarra, problematica per la ripartizione dei pesi e per il bilanciamento della vettura, ma che è stata invece una delle chiavi del suo successo. E così ci ritroviamo adesso a parlare della 991, ennesima evoluzione della sportiva di Stoccarda, che va a prendere il posto dell’ancora validissima 997, andata in pensione dopo otto anni di onorata carriera.
S’è fatta più grande: 10 cm il passo e 5 cm la lunghezza. La linea è sempre quella, inconfondibile, ma le dimensioni accresciute le hanno senza dubbio giovato
Il timore più grande dei fedelissimi di casa Porsche, tutte quelle volte che deve essere presentata una nuova versione della 911, è quello che i designer possano aver stravolto quella linea, immutata negli anni, che la rende immediatamente riconoscibile tra milioni di vetture. Ad esempio, quando venne presentata la 996, modello di rottura rispetto alla precedente 993, fu un po’ un trauma per tutti. Ma, con buona pace degli integralisti e dei tradizionalisti, la nuova Porsche 911, anche se accresciuta nelle dimensioni, ancora una volta è rimasta sempre lei, inconfondibilmente 911. Proprio le dimensioni accresciute, con le nuove proporzioni e gli sbalzi ridotti, insieme agli splendidi cerchi da 20”, secondo noi conferiscono alla 991 un aspetto ancora più aggressivo, rendendola più cattiva ed anche un po’ più vistosa rispetto alla 997. Gran parte della linea dunque, come già detto, è rimasta fedele alla tradizione, con gli immancabili fari tondi, il posteriore spiovente, e quei fianchi larghi e sinuosi, proprio come quelli di una bella donna. Un cambiamento evidente (per lo più per gli appassionati di 911) c’è stato in coda, con la griglia di areazione del 6 cilindri boxer che non funge più da spoiler come nel passato, dato che l’alettone a scomparsa adesso è un elemento separato da quest’ultima. Un gradito ritorno sono invece gli specchietti retrovisori con il supporto annegato nello sportello e non sul montante, proprio come accadeva in tutte le 911 precedenti alla 996. I quattro scarichi posteriori infine, ci fanno capire che ci troviamo in presenza di una “s”, o, in alternativa, di una “4s”.
I tratti caratteristici ed inconfondibili dell’abitacolo di tutte le precedenti 911 li ritroviamo anche qui, immutati: ecco quindi l’immancabile blocchetto d’accensione sulla sinistra, retaggio delle partecipazioni a competizioni quali la 24 Ore di Le Mans, ed i classici cinque strumenti circolari, con al centro il grande contagiri. Una novità è lo schermo situato nel penultimo quadrante sulla destra, all’interno del quale vengono riportate le mappe e le indicazioni del sistema di navigazione, oltre a numerose informazioni sulla vettura, come ad esempio la pressione degli pneumatici e persino la forza “g” che viene generata in curva. Ovviamente anche la posizione di guida mantiene fede alla tradizione, con il sedile infossato, che giocando con le numerosissime regolazioni elettriche riesce ad arrivare praticamente rasoterra, ed il volante verticale, con una bella impugnatura. Lo schienale riesce ad essere parecchio contenitivo in curva, grazie ai fianchi discretamente pronunciati, senza però risultare “oppressivo” nella guida di tutti i giorni. Parlando della plancia, invece, risulta evidente la somiglianza con quella della sorella Panamera, con il grosso tunnel centrale che sale fino allo schermo del navigatore. Proprio qui sono riportati tutta una serie di comandi, come quelli del Pasm, nonché, un po’ più in avanti, anche quelli del climatizzatore e dei sedili riscaldati e refrigerati.  
Non c’è alcun dubbio che il colpo d’occhio sia davvero notevole, ma il tutto non brilla per praticità, dato che ci sono troppi tasti, tutti concentrati in questa zona: bisogna farci un po’ l’abitudine prima di trovarsi a proprio agio. A livello di abitabilità, la lunghezza ed il passo accresciuti non sembrano aver influenzato più di tanto le dimensioni dell’abitacolo, anche se, bisogna dirlo, rispetto alla precedente 997 la sensazione di ariosità è un po’ superiore. I due strapuntini posteriori, invece, come sempre, sono adatti per accogliere due bambini in età al massimo da elementari, o, in alternativa, qualche valigia, reclinando i due schienali. A proposito di bagagli, il vano posteriore offre invece una capacità di 135 litri. Molto intelligente, nonché peculiare di questa 991, è la soluzione adottata per il tetto apribile: l’intera porzione di tetto, aprendosi, scorre verso l’esterno, in maniera tale da non rubare neanche un centimetro in altezza rispetto alle vetture non dotate di questo accessorio. Nulla da dire sulla qualità dei materiali e la cura degli assemblaggi, davvero ineccepibili. Nel complesso, dunque, l’abitacolo di questa 911 si presenta con non poche migliorie ed innovazioni. Rispetto alle serie precedenti, però, complice l’elegantissima pelle chiara con cui è integralmente rivestita, si ha un’accresciuta sensazione di trovarsi a bordo di un’ammiraglia piuttosto che di una vettura prettamente sportiva, il che ha senza dubbio i suoi pro e i suoi contro. 
 Tra i pregi delle 911 c’è sempre stato quello di essere tra le sportive di razza più versatili in assoluto, tanto da essere tranquillamente utilizzabile quotidianamente. La nuova 991, grazie all’elettronica e agli ultimi ritrovati tecnologici, accentua ancora di più questa caratteristica, rendendo felici tutti quei manager, professionisti o imprenditori che hanno la fortuna di poter girare ogni giorno in Porsche. Partiamo dall’assetto: grazie alla presenza del Pasm, che interviene sulla taratura delle sospensioni, con la modalità sportiva disinserita la 911 digerisce le sconnessioni in maniera del tutto inaspettata, non facendo imprecare i passeggeri contro le amministrazioni comunali ad ogni buca sull’asfalto. Il cambio Pdk, invece, in modalità “standard” snocciola tutti i sette rapporti in maniera delicatissima, quasi inavvertibile, e per di più a bassissimi regimi, al fine di contenere consumi e rumorosità. Una sorpresa arriva poi al semaforo: può suonare strano per una vettura sportiva da 400 CV ma sulla 911, proprio come accade su una qualsiasi city-car, una volta fermatisi interviene lo start&stop, che ammutolisce il 6 cilindri boxer. Per di più dobbiamo dire che il sistema ha un funzionamento davvero impeccabile. Sempre in un’ottica di riduzione dei consumi e delle emissioni, la nuova 911 ha anche imparato a “veleggiare”: alle alte velocità il motore ed il cambio, in fase di rilascio, vengono disaccoppiati, e dunque è come se si procedesse in folle per lunghi tratti, con un’evidente risparmio di benzina. Il risultato di tutto ciò è che i consumi dichiarati dalla casa per questa nuova Carrera S sono davvero sensazionali, addirittura sbalorditivi se si tengono ben presenti la cilindrata e la cavalleria a disposizione. Ma di questo parleremo approfonditamente più avanti.
Il 3.8 6 cilindri boxer di questa Carrera S, rispetto alla precedente versione, guadagna una quindicina di cavalli, che gli permettono di raggiungere addirittura quota 400 CV. Con tutta questa potenza, grazie anche alla ripartizione dei pesi sbilanciata sull’asse posteriore che permette di azzerare i pattinamenti in partenza, questa 911 scatta in avanti come una fucilata: utilizzando il launch control, per raggiungere i 100 km/h ci vogliono appena 4,1 secondi. La velocità massima, invece, è di 302 km/h. La sensazione, al volante di questa nuova 911, è che il propulsore abbia perso giusto un pelino di prontezza in basso, per guadagnarne notevolmente in alto. Se alle basse andature è infatti ugualmente possibile apprezzare la solita spinta corposa e la coppia abbondante, oltrepassati i 4.500 giri/min il nuovo 3.8 si scatena, allungando con brutalità e con un tiro che sembra non finire mai. Il valore di coppia massima rispetto alla vecchia 997 viene erogato infatti circa 1.000 giri più in alto, ovvero a 5.600 giri/min, con la zona rossa del contagiri che inizia adesso a quota 7.600. Ovviamente la ripresa, grazie all’elasticità del propulsore, con il fondamentale contributo delle pronte scalate del Pdk, è davvero notevole. In autostrada basta un attimo per ritrovarsi a velocità ben superiori ai 130 km/h consentiti dal codice. 
Abbiamo già parlato dei numerosi dispositivi presenti sulla vettura, pensati al fine di ridurre i consumi. Beh, il loro lavoro, insieme all’efficienza della meccanica e dell’aerodinamica, permettono alla vettura di consumare, secondo quanto dichiarato dalla casa, appena 8,7 lt/100 km nel ciclo combinato: un dato assolutamente straordinario. Noi, dal canto nostro, abbiamo potuto constatare come, in autostrada, rispettando i limiti, il computer di bordo ha sempre indicato medie di 7,8/8 litri per 100km. Soltanto in città, con le continue ripartenze, i consumi salgono un po’ ed il traguardo dei dieci con un litro si allontana. Il listino? Le 911 si son sempre fatte pagare e questa nuova Carrera S non fa eccezione. Si parte da 105.000 € circa, cifra senza dubbio elevata, per molti indubbiamente proibitiva, ma assolutamente in linea con il livello dei contenuti e con la qualità del prodotto.
Il problema è, però, che attingendo a piene mani dalla lista degli optional, l’assegno da staccare può lievitare, e anche di molto, fino ad arrivare ai 130.000 € e passa dell’esemplare in prova.
D’altronde, come si fa a rinunciare su una 911 ai sedili elettrici, al navigatore, agli interni integralmente rivestiti in pelle, al tettuccio apribile, al pacchetto Sport Chrono e simili?Quello che stupisce maggiormente nella storia della 911 è la capacità degli ingeneri di migliorare, ogni qualvolta esce un nuovo modello, ciò che, sostanzialmente, sembrava non aver bisogno di miglioramenti: la 997, infatti, grazie anche ai continui aggiornamenti, era una vettura ancora perfettamente attuale e in grado di tenere testa a tutte quante le concorrenti, indistintamente. Eppure, dopo aver provato la 991, ecco che, puntualmente, la 997 sembra invecchiata di colpo. A livello di prestazioni e di handling, come sempre, il progresso è stato notevole, ma questa nuova 911 adesso ha anche un’anima nuova, più “green”, che senza dubbio verrà apprezzata da tutti coloro che la utilizzeranno quotidianamente. Dunque, nulla di strano che vi possa capitare di vedere il vostro capo arrivare in ufficio, ogni giorno, con la sua Carrera S, salvo poi incontrarlo la domenica, con quella stessa vettura, tra i cordoli di una pista. E con tutta probabilità, date le prestazioni di cui è capace questa vettura, anche se il vostro capo non è un grande manico, verrete sverniciati ad ogni trackday.


Alonso: “Credo nella mia squadra, credo in me stesso”


Fernando Alonso è stato tra i piloti che hanno preso parte alla prima conferenza FIA in assoluto presso il Circuit of the Americas, situato alla periferia della capitale texana. Una pista nuova per tutti i piloti e il ferrarista ha spiegato come si è preparato per questa sfida. “Ho dato la prima occhiata a questa pista con il simulatore dopo Singapore, per poi “lavorarci” maggiormente la scorsa settimana, prima di vederla dal vivo ieri quando ho percorso due giri in bicicletta. E ne percorrerò altri questo pomeriggio”, ha esordito Fernando. “La pista sembra spettacolare e credo sarà impegnativa per piloti e ingegneri. Speriamo possa offrire un grande spettacolo, con sorpassi in pista. Penso possa essere un weekend molto positivo”.

Sull’argomento del giorno, ovvero la battaglia per il titolo contro Vettel, il pilota spagnolo è apparso particolarmente rilassato. “Nella mia preparazione niente è cambiato in termini di approccio al weekend: massima concentrazione, massimo impegno”, ha dichiarato Fernando. “Tutta la squadra sta lavorando duramente: domani testeremo alcuni aggiornamenti e avremo un riscontro su come queste novità lavorano. La speranza è quella di avere un tranquillo venerdì. Qui sarà più importante rispetto ad altri tracciati poter completare molti giri, per studiare le traiettorie e magari scoprire alcuni “trucchetti” che la pista più presentare. Dopodiché abbiamo la necessità di avere anche un sabato positivo per cercare di essere nella migliore posizione possibile per fare una buona gara, guidando ogni tornata come se fossimo in qualifica per provare a raccogliere più punti possibili. Ci concentreremo solo nel fare un buon lavoro in questo fine settimana prima di spostarci in Brasile per lottare per il titolo”.
Anche Sebastian Vettel, suo unico rivale per il Mondiale, era presente alla conferenza stampa. E a Fernando è stato fatto notare come il tedesco abbia disputato appena 100 Gran Premi, mentre lui ne conta quasi un centinaio in più. “Quando ho vinto il mio secondo titolo, in termini di gare disputate ero una simile situazione”, ha sottolineato il pilota di Oviedo. “Nel 2007, ho lottato per il terzo titolo fino all’ultima gara. Tutti hanno avuto carriere con alti e bassi, come abbiamo visto con così tanti piloti: guardate Michael (Schumacher), sette campionati vinti e adesso tre anni senza un successo, oppure Barrichello che ha disputato più Gran Premi di chiunque altro: si è trovato a lottare per non uscire dalla Q1 in qualifica con la Williams, quando precedentemente era in lizza per il Mondiale con la Brawn GP. Sono orgoglioso di essere vicino alla soglia dei 200 Gran Premi, vincendo alcune gare ogni anno e lottando per il Campionato del Mondo per quattro o cinque stagioni: è positivo, sono contento!”.
Avendo già vissuto la lotta per il titolo in carriera, il pilota Ferrari ha ammesso che il suo atteggiamento è oggi un po’ diverso rispetto agli anni passati. “Sono molto più rilassato e concentrato”, ha confidato Fernando. “Nel 2006, all’ultima gara in Brasile ero in lotta con Michael: un fine settimana difficile e intenso, in cui non era facile concentrarsi, neanche dormire. Un weekend molto emozionante. Anche nella stagione successiva l’ultima gara è stata stressante, con tre piloti in lizza per il titolo. Nel 2010 siamo invece arrivati all’ultima gara di Abu Dhabi, ancora in lotta per il Mondiale: lì ero molto più tranquillo e il weekend stava procedendo abbastanza bene. La nostra preparazione per la gara era molto più serena e matura, ma alla fine il Gran Premio è stato quello che è stato. Per queste due ultime gare, come ho detto, mi sento del tutto normale. Per la quarta volta lotterò per il Mondiale forse fino all’ultima gara e avverto la differenza: concentrato nel lavoro e consapevole che se si fa tutto alla perfezione si ha una possibilità, ma se si commette uno sbaglio si perde. Ho molta fiducia, credo nella mia squadra, credo in me stesso”.

Rossi, con la Yamaha è già amore «Mi spingerà ad andare più forte»

Il ritorno di Valentino Rossi in Yamaha è «un bene per la Yamaha, è un bene per Valentino e anche per me, perché mi spingerà ad andare più forte»: parole di Jorge Lorenzo, il neo campione del Moto Gp che dalla prossima stagione vedrà il ritorno di Rossi nella sua scuderia. «Valentino? - risponde tra un autografo e una foto Lorenzo, arrivato oggi in visita al salone Eicma a Fieramilano per concedersi un bagno di folla tra gli appassionati delle due ruote - lo vedo felice, contento di ritornare alla Yamaha: è una moto più facile, dolce, sono sicuro che andrà forte». 

Parlando della Ducati, alla quale per un periodo era sembrato potesse approdare anche Lorenzo, il pilota nota come «negli ultimi anni, a parte Stoner, nessuno è riuscito ad andare forte, forse c'è qualcosa che non va». E se la casa giapponese ha deciso di riprendersi il campione di Tavullia, insomma, «vuol dire che alla Yamaha sono convinti che Valentino può lottare un'altra volta per il mondiale - dice Lorenzo - e che dal punto di vista mediatico può aiutarli a vendere più moto». Per la prossima stagione il pilota spagnolo si vede ancora favorito, «più o meno - dice - alla pari con Pedrosa. Poi sono sicuro che Valentino sarà lì a lottare». 


Infine, un pensiero al futuro: «correrò ancora due anni - confessa Lorenzo - e poi vediamo. A 15 anni è tutto divertente ma poi anche questo sport diventa routinario». E a volte rischioso: «La morte di Simoncelli - risponde a chi gli chiedeva se potesse avere avuto un qualche peso nella decisione di Stoner di ritirarsi - è stato un grande colpo per tutti noi, ci ha fatto pensare che in futuro potrebbe succedere anche a noi. Ma sappiamo che il rischio fa parte di questo sport».

sabato 10 novembre 2012

“Valentino Rossi sarà competitivo”, parola di Lorenzo

Valentino Rossi - Jorge Lorenzo
Secondo il nuovo campione del mondo della MotoGP, Jorge Lorenzo, accolto da una folla di tifosi a Barcellona ha parlato del ritorno in Yamaha dell’attuale pilota della Ducati, Valentino Rossi, ma anche del duello mondiale con Dani Pedrosa e l’arrivo nella Top Class, di un altro spagnolo:Marc Marquez. In più domenica prossima si corre l’ultima tappa del Motomondiale a Valencia.Lorenzo che proprio a Phillip Island si è aggiudicato il suo secondo titolo mondiale della massima categoria delle due ruote, il quarto complessivo se si considerano anche i due trionfi in Classe 250cc, prova a fare una previsione sulle chance di competitività del suo prossimo team mate inYamaha, Valentino Rossi.Il pilota italiano ha subito una vera e propria involuzione con i due anni passati in Ducati, con zero vittorie all’attivo e mai veramente in lotta per le posizioni di vertice. Per Martillo, che nel frattempo è diventato il numero 1 del Motomondiale e in Yamaha, Valentino non avrà difficoltà a tornare veloce: “Io ho 25 anni, Rossi 33, ha più esperienza e ha vinto più gare e titoli di me. E’ vero che negli ultimi due anni non è andato molto bene, ma sono sicuro che con la Yamaha tornerà ad essere veloce”.Il centauro della M1, incalzato dalle curiosità dei fans parla del suo rapporto con il rivale Dani Pedrosa, decisamente migliorato rispetto agli screzi degli anni passati: “Prima non potevamo vederci, ma ora il rapporto è molto più cordiale. La verità è che entrambi avremmo meritato il campionato, siamo stati tutti e due molto consistenti, ma ha commesso un solo errore Phillip Island”.In chiusura, lo spagnolo ha parlato dell’arrivo in MotoGP di Marc Marquez che nel 2012 ha vinto il titolo mondiale della Moto2: “Marquez raggiungerà presto il livello di Stoner e avrà una squadra molto competitiva e una moto veloce. Ha talento e motivazione”.

MotoGP Valencia, Prove Libere: Quinto tempo per il pesarese della Ducati

Valentino Rossi 

Valentino Rossi ha chiuso con il quinto tempo la prima giornata di prove libere della MotoGP a Valencia, ultima tappa del motomondiale 2012. Il pilota pesarese alla sua ultima gara con la Ducati è anche contento del lavoro di riasfaltatura del circuito. A lui la parola.
Valencia 2012
“Hanno fatto un ottimo lavoro con la riasfaltatura della pista perché molte buche sono sparite. Il “grip” non è ancora fantastico, ma è abbastanza normale, ci vuole un po’ di tempo, e comunque la prima impressione in generale è buona. Questa mattina sull’acqua non eravamo a posto con il set-up ma lo abbiamo modificato e, nel secondo turno, nei pochi giri che ho fatto all’inizio, ho visto che andava molto meglio. Se domani dovesse continuare a piovere sarebbe interessante continuare a lavorarci. Anche negli ultimi minuti della sessione, con la pista che si andava asciugando e con le gomme “slick”, il feeling non era male ma non ho spinto troppo perché le condizioni non erano ideali. Vedremo domani che tempo ci aspetta e comunque continueremo in questa direzione.”

martedì 6 novembre 2012

MV Agusta Brutale 800












Continua a crescere la gamma della Casa di Varese, che propone una nuova Brutale a 3 cilindri, di cilindrata "piena" e capace di prestazioni quasi da 1000, con i suoi 125 CV di potenza massima. E il prezzo? A partire da 9.990 euro, che diventano 10.390 per la versione EAS con cambio elettronico e 10.990 per la eclatante Italia.                       
   

Continua la raffica di novità che portano sul serbatoio il glorioso marchio MV Agusta: dopo la rinnovata gamma Brutale a quattro cilindri, incentrata sul motore di 1978 cc, si amplia anche la gamma delle Brutale a tre cilindri. Alla naked di 675 cc, protagonista di un ottimo risultato commerciale da primavera a oggi, si affianca la versione di 800 cc. In cosa si differenzia? Nella cilindrata, ovviamente, e quindi nei dati di potenza e coppia, che balzano rispettivamente a 125 CV e 81 Nm: si tratta di numeri che rendono possibile un confronto anche con parecchie nude 1000 di cilindrata, mentre il peso è tipicamente da media, con 167 kg dichiarati. Il motore tre cilindri è un pezzo di alta ingegneria: sviluppato interamente in MV, vanta soluzioni tecniche esclusive, come l'albero motore controrotante, una soluzione che riduce le forze di inerzia e quindi migliora la rapidità nei cambi di direzione. La gestione elettronica del motore parte dall'acceleratore, il cui abituale cavo è sostituito da un potenziometro: full ride-by-wire, quindi.
Il telaio è quello già protagonista sulla Brutale 675: la sezione anteriore è a traliccio in tubi di acciaio, mentre il monobraccio della sospensione posteriore è infulcrato su due piastre in alluminio, vincolate al traliccio. Novità sulla Brutale 800 sono forcella e ammortizzatore completamente regolabili, per rendere ancora più efficace questa naked, dopo che già la 675 aveva stupito per maneggevolezza e gusto di guida. Al vertice anche i freni, con pinze radiali Brembo.
I prezzi, infine: 1.000 euro in più rispetto alla Brutale 675, quindi 9.990 euro per la versione base. La EAS con cambio elettronico costa 400 euro in più. Altri 600 servono per portarsi a casa la splendida versione Italia.

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